L’episodio di via Umberto I ricorda la vecchia canzone di Vasco Rossi e conferma quanto siamo distanti ancora dal promuovere un maturo e condiviso confronto; inevitabili le fazioni che si schierano coi vigili, quelle col “disgraziato” e il walzer delle ciance smodate, impegnate, accorate, violente. Un consueto falò tanto infiammato quanto breve e inutile!
Veniamo ai fatti, ancora poco chiari: un giovane indisturbato procede con una bici sgangherata in via Umberto I in direzione di un drappello di pubblici ufficiali, i quali, notandolo senza mascherina anti covid, lo intimano a fermarsi. Il ragazzotto per alcuni pare abbia risposto in malo modo e cercato di andarsene, per altri non sia riuscito a rallentarsi con fermezza a causa della mancanza dei freni. Fatto sta che i responsabili dell’ordine pubblico si sono sentiti giustamente in dovere di intervenire bloccandogli il cammino; il seguito è video cronaca intensamente diffusa sui social e volgarmente commentata.
Ora, se invece di alimentare chiacchiere che ingozzano le pance dell’una e dell’altra parte riflettessimo sull’accaduto, potremmo trarre delle conclusioni utili anche ai politici che nel diffonderle farebbero bella figura dando l’idea di essere sempre sul pezzo, come si dice nel gergo dei giovani.
L’uso della mascherina è d’obbligo pertanto, se cammini in un luogo pubblico senza indossarla, l’addetto alla sicurezza è tenuto a fermarti. E a fare cosa? Qui sta la nostra identità e il nocciolo della questione! Ti blocca e ti intima a mettere la mascherina, tu ovviamente ti arresti e rispondi che ne sei sprovvisto. In un paese urbanisticamente creativo, il pubblico ufficiale estraendo una pochette di emergenza e rovistando tra fanalini per bicicletta, fratini rinfrangenti, preservativi e altro che solo lui sa, rinviene una busta con le mascherine e te ne tende una. È ben inteso che proceda con una omelìa e con un avvertimento, come un buon padre di famiglia, minacciandoti di una prossima sanzione. Il tutto finisce in gloria e tu, un bianco, un nero, un giallo, un verde, un ebreo, un mussulmano, un Bertoncelli, un prete o anche un leghista te ne vai e ne trarrai le opportune conseguenze. Il pubblico ufficiale, da parte sua, ha provveduto a diffondere un atteggiamento di rispetto verso la comunità. SUO DOVERE!
Supponiamo che alla richiesta di fermarti, tu per qualsiasi ragione, timore, coglioneria, paura perché non sei in regola ecc…, proceda con virilità. Cosa può fare il pubblico ufficiale? Lasciarti andare fischiandoti dietro e urlandoti di mettere la mascherina, tipo nonno vigile; oppure cerca di fermarti, essendo un suo dovere! Un preposto alla sicurezza, un professionista come taluni starnazzano, sa affrontare gli imprevisti perché così è istruito. È prestante, atletico, allenato, vigoroso, capace di tecniche che l’uomo della strada non conosce perché si occupa di altro; riflessivo, audace, ti mette a fuoco in men che non si dica, ti blocca con disinvoltura e se poi agisce in squadra, il tutto risulta ancora più facile. Con quella smorfia che tradisce il compiacimento di aver potuto agire a causa del tuo stolto atteggiamento, ti blocca e procede a farti rispettare la legge. Non ha però bisogno di andare oltre, la tua intemperanza non lo preoccupa perché è un professionista addestrato, a lui interessa solo far osservare la legge e magari ammonirti a rispettarla senza il suo intervento! Qualsiasi degenerazione indotta dalla tua stupida e vigliacca sbruffoneria sarà sempre controllata dalla capacità e professionalità del pubblico ufficiale chiamato a non abusare del potere a lui riconosciuto.
I fatti di via Umberto I, gravissimi per questa “città del buon senso”, ci spingono ad essere solidali con entrambe le parti e spostano l’attenzione sulla condizione dei poliziotti locali intervenuti. Da quel poco che i social riportano balza agli occhi la totale inadeguatezza degli operatori verso i quali scatta la nostra solidarietà; la goffa imbranataggine, gli impacciati movimenti, le incerte manovre denunciano una fisica e oggettiva incapacità di far fronte alla situazione imprevista la cui rovina non può stupire. Chi di dovere ha la responsabilità di garantire ai poliziotti locali un’opportuna formazione e una preparazione tale che li avvicini alla spartana prestanza di cui sopra, totalmente assente nei video virali tra le molli pieghe del sovrappeso, l’età sfiorita, l’uniforme sbracata con in vista la mutanda bianca!
La città non tollera tali inaudite violenze! Noi non siamo mica gli americani…